> Mi ricordo di ...
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Gente di caruggi -
Piggiau d’êuggiu
(Malocchio)
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Il
progresso ci ha complicato la vita. Terribilmente. Oggi, anche
ammalarsi è complicato.
Prima si
andava dal medico solo quando si stava veramente male. Il
dottore ti visitava e prescriveva la medicina. Adesso al primo
sintomo di qualche malessere, si corre subito dal medico.
Egli, nove volte su dieci, prescrive le analisi. E cominciano
le complicazioni.
Mercoledì,
entro le ore otto, presentarsi a digiuno alla ASL per il
prelevo del sangue. Fila di almeno un’ora. Gesuina ti spilla
tre flaconcini di sangue. Attesa di qualche giorno, in cui
cominci a star male, pensando all’esito delle analisi.
Arriva.
Risultano valori di emocromo, azotemia, glicemia, colesterolo, trigliceridi, uricemia, creatinina, ecc. Uscendo dalla ASL,
appena fuori sul piazzale, leggiamo i risultati e li
confrontiamo con i valori normali.
A casa consultiamo
l’”Enciclopedia medica per le famiglie”.
Emu de tûttu
addossu già prima di portare le analisi dal medico.
Egli
le legge e dice:
“Non c’è niente di grave; ma bisogna
tenere la pressione sotto controllo; prendi questa paglia ogni
giorno”. E scrive la ricetta.
A casa
l’aspirante malato comincia a misurarsi la pressione, di
mattina e di sera. Meglio se annota in un opuscoletto i valori
massimi e minimi, accompagnati pure dal numero delle
pulsazioni e l’ora del controllo.
E se i battiti sono
irregolari, cade in depressione e i disturbi non finiscono
mai. Visto quanto è complicato ammalarsi, oggi?
per
alcuni giorni. Chi accusava un malessere andava a farsi
controllare da una brava manipolatrice dell’altra medicina
(quella popolare).
- Mariannica,
me sèntu cumme ‘n sèrciu chi in ta testa.
- Assetite ‘n
po’, che t’ammiu u piggiau d’êuggiu.
La
dottoressa accreditata prende un piatto e te lo adatta sulla
testa.
- Agguanta de gaibu.
Versa un
mezzo bicchiere d’acqua nel piatto. Prende tre grani di sale,
con i quali si segna, e recita preghiere; quindi li lascia
cadere nel piatto.
Infila il dito mignolo nel collo della
bottiglia dell’olio e ne lascia cadere
tre
ŝtisse
nell’acqua, sempre recitando la formula rituale.
L’effetto si
ha in tempo reale. In caso di malocchio dichiarato, le gocce
d’olio si spandono in duplice versione: un serpentello
allungato indica che il cattivo sguardo è stato di origine
maschile; una macchia circolare rivela lo sguardo invidioso di
genere femminile.
La prova è presto fatta, cacciando il
contenuto del piatto fuori dalla porta: se passa una donna
(quasi sempre):
- T’è viŝtu? –
conferma la dottoressa -
a t’à piggiau d’ êuggiu ‘na donna.
-
Corpu de
balla! U tundu u ne sbaglie!
E il
probabile malato già si sente meglio.
Dai,
siamo sinceri: vuoi mettere la sicurezza che ti dava
u piggiau d’ êuggiu,
con l’ansietà che ti lascia il “ciuf ciuf” della
pressione arteriosa e la pillola che ti devi portare sempre
appresso? Non c’è paragone.
Prendiamo un
altro caso della medicina popolare:
u mò de scimmiùn. È
difficile tradurre letteralmente. Indica la crescita lenta di
un bambino, ritardo nello sviluppo fisico.
Oggi, si
comincia con le sacrosante analisi, come sopra. Segue visita
specialistica da un pediatra, che rimanda a un fisiatra, che
suggerisce una serie progressiva di sedute fisioterapeutiche
in istituto attrezzato di palestra e possibilmente di piscina.
E tornare al controllo fra due mesi, con le lastre
radiografiche.
Ieri, il
bambino ritardatario era stimolato in questo modo: i genitori
prendevano accordi col
boulangé; dopo sfornato il
pane, il piccolo
au passovan in tu furnu disteso
in tu buài. L’operazione si ripeteva tre volte.
Evidentemente il calore favoriva il fisico del bambino. (anche
se non diventava un gigante Golia).
Per favore,
nessuno rida del rituale empirico. Perché è l’antenato della
moderna TAC (tomografia assiale computerizzata).
Il nome è più
elegante, ma il procedimento è uguale: il paziente è sdraiato
su un telaio scorrevole, sopra un tavolo, in modo che possa
essere introdotto nell’apparecchio-forno. Se si inietta il
liquido di contrasto, il paziente avverte un senso di intenso
calore.
Come nell’infornatura del
mò de scimmiùn.
Né
più, né meno.
Sentite:
quando state male, andate dal medico. Ma disponiamoci tutti
quanti a convivere con i piccoli fastidi. Fanno parte della
vita. Come il caldo d’estate e il freddo d’inverno.
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