> Mi ricordo di ...
|
|
Gente di caruggi -
Bambinettu
(Salvatore Pellerano)
|
|
Appoggia il puntatore del mouse sulla parola o frase in
dialetto per visualizzarne la traduzione in italiano
Se avesse
contato tutti i chilometri che ha percorso, probabilmente
avrebbe coperto la distanza da qui alla luna. Parliamo del
nostro fattorino postale.
Adesso i
telegrammi dovete andare a ritirarveli personalmente
all’ufficio postale (che, oltre tutto, è dislocato in
periferia; mentre era così comodo dove stava, nel centro
abitato).
L’amministrazione delle Poste ha ridotto l’organico;
in altre parole, ha eliminato un certo numero di dipendenti,
compreso il fattorino.
Cinquant’anni fa, ogni ufficio postale aveva il suo bravo
fattorino. Il nostro era Salvatore Pellerano, meglio noto
Bambinettu.
Dalle otto del mattino sino a fine serata, potevi incontrarlo
in ogni strada,
nel suo ruolo di fattorino telegrafico e di procaccia. Come
fattorino, recapitava i telegrammi al domicilio del
destinatario; come procaccia, aveva l’incarico di mettere la
posta in partenza, ovverosia portarla al piroscafo (detto
postalino, proprio perché trasportava
la posta).
Il
procaccia aveva anche l’incarico inverso: trasportare la posta
dal piroscafo all’ufficio postale. Niente motoretta o tre
ruote o vespino, su cui viaggiano i postini attuali.
Bambinettu spingeva un carretto di legno. Quando l’Italia
raggiunse il boom economico degli anni ’60, anche egli ne
godette i vantaggi: il carretto postale fu dotato di sponde di
metallo.
È da notare anche che Bambinettu lo spingeva con la
sola mano sinistra: era disabile con la destra, per una forma
di poliomielite per la quale, al tempo della sua fanciullezza,
non esisteva il vaccino Sabin. Anche le operazioni di carico e
scarico del carretto, il nostro fattorino le espletava
servendosi di una sola mano.
E
quando consegnava un telegramma, con un unico gesto della mano
sinistra presentava il plico giallo e la matita per firmare la
ricevuta. Offriva così al destinatario, o a chi per lui, un
servizio efficiente e cortese.
Ai tempi
in cui il fax non era stato scoperto, l’unico telefono
pubblico era quello collocato nel sottoscala del
bar du
Fiacca (Serafino Damico); e la prima signorina del
telefono fu Claretta Pinna (oggi avrebbe fatto fortuna a
Domenica in; allora faceva solo molto lavoro di ricamo,
perché le telefonate erano poche).
Per tutte queste ragioni il
telegramma era il mezzo di comunicazione più comune per
notizie urgenti. Esempio: un navigante in attesa d’imbarco
attendeva l’arrivo dell’immancabile telegramma. Che Bambinettu
gli recapitava puntualmente, nonostante il suo incedere lento.
È
esagerato dire che, se De Amicis l’avesse conosciuto, lo
avrebbe incluso nel libro
Cuore? Forse no.
Appoggia il puntatore del mouse sulla parola o frase in
dialetto per visualizzarne la traduzione in italiano
|