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Vittorio Porcile
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“Il
Porcile, nato nel 1756, promotore di molti miglioramenti
della
marina sarda, era nato per un campo più vasto. Per più
di
quarant’anni sconfisse continuamente i barbareschi e fece
ricche
catture; i suoi ritorni trionfanti nel porto di Cagliari
destavano
il più vivo entusiasmo. Spesso ferito, non ebbe mai
una
sconfitta; respinse nel 1793 l’attacco dei francesi contro
l’isola
della Maddalena, e si trovò così ad essere uno dei rari
vincitori
di Napoleone. Morì in Carloforte nel 1815, a
cinquantanove
anni, messo da parte dall’invidiosa mediocrità
e
quasi in disgrazia.”
Così il
Valery descrive il Maggiore Generale Vittorio Porcile.
Nato a Carloforte dal conte di Sant’Antioco Giovanni e da
Elisabetta Tagliafico, compie gli studi a Cagliari nel
Seminario Tridentino e nel 1775 si iscrive alla Regia
Università nella facoltà di scienze matematiche.
Lascia gli
studi all’età di 23 anni per arruolarsi volontario nella Regia
Marina e, dopo essersi distinto per il coraggio e aver
manifestato notevole capacità di comando in diversi scontri
con navi barbaresche, ottiene il comando della
mezza galera
Santa Barbara.
Alla guida di questa nave ottenne numerosi
successi che culminarono con l’eroica vittoria nelle acque
della Maddalena (22 febbraio 1793) in cui rintuzza l’attacco
della flotta francese, tra i cui ufficiali comandanti vi era Napoleone Bonaparte. A seguito di questo straordinario
successo militare viene nominato Capitano.
Numerosi
altri successi segnarono la carriera e la vita del Porcile
nelle acque del Mediterraneo, al punto che nel 1808 si meritò,
col grado di Luogotenente Colonnello, il comando della
nave Aquila.
È al comando di questa nave che il 28 luglio 1811
compie l’azione più gloriosa di tutta la sua carriera. La
squadra navale sarda, al comando di Tommaso Lanza, incrocia,
nelle acque tra Capo Teulada e Capo Malfatano, una
squadra
tunisina che, sebbene superiore in numero e in armamento, dopo
un’aspra e sanguinosa battaglia, accuserà una grave sconfitta,
sulla quale l’azione del Porcile, pur ferito, e del suo
equipaggio, risulteranno determinanti.
Dopo questa
vittoria verrà elevato al grado di Maggiore Generale
(Ammiraglio), primo sardo a ricoprire quest’alto grado.
Ritiratosi
a Carloforte, muore il 5 novembre nella sua casa di via Duca
San Pietro e viene sepolto nella chiesetta dei Novelli
Innocenti, che era stata ristrutturata e aperta al culto dalla
famiglia Porcile.
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