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La chiesetta di San Pietro e dei
Novelli Innocenti
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Esiste
un'ipotesi molto suggestiva (ma poco credibile) sulla base
della quale l’isola, attualmente di San Pietro, ma secoli addietro chiamata dai
Greci «Hieracon Nésos» e
«Accipitrum Insula» (Isola degli sparvieri)
dai Romani, deve il suo nome dal presunto passaggio del Santo che, proveniente
dall’Africa e diretto a Roma, dovette indirizzarsi su Cagliari
a causa di una tempesta, sbarcando prima in quest’isola (46 d.c..).
In memoria di tale avvenimento le fu dato il nome attuale.
Quanti hanno
scritto e riferito di forme di vita riscontrate su questo
scoglio, fanno risalire a verso il 1000 la costruzione di una
Chiesetta (la più antica costruzione esistente sull’isola),
poco distante dal litorale e dedicata a San Pietro in ricordo
del suo passaggio.
Altra versione viene data da
altri per la costruzione della stessa Chiesetta. All’epoca
delle crociate, un garzoncello di nome Stefano andava
predicando di città in città la necessità di partecipare alla
liberazione del Santo Sepolcro.
Essendo egli ragazzo, molto influì sui coetanei per cui ben
presto si organizzò una spedizione per andare in Terra Santa.
Si parla di 30.000 fanciulli che, giunti a Marsiglia al
seguito di Stefano, trovarono, dopo sofferenze e peripezie
facilmente
immaginabili, due mercanti che s’offrirono di effettuare
gratuitamente il loro trasporto.
Partiti con sette
navi, ben presto, per il sopraggiungere di una grave tempesta,
due di quelle naufragarono
e finirono sulle coste dell’Isola
di San Pietro. I piccoli crociati in esse imbarcati
perirono
tutti.
Il fatto
ebbe risonanza per cui il Papa Gregorio IX, a ricordo del
funesto avvenimento, fece innalzare una chiesetta sul luogo
(in regione Pozzino-Fontane)
con la dedica ai Novelli Innocenti; i corpi che il mare aveva
riportato sulla spiaggia furono qui sepolti.
Possiamo
dire, in conclusione, che essendo questa la
prima costruzione
esistente sull’isola, pur essendo stata eretta per i Novelli
Innocenti, acquisì il titolo di Chiesa di San Pietro perché
eretta nell’isola omonima e con tale nome è stata tramandata
nei secoli.
L'aspetto attuale si deve ai
profondi rimaneggiamenti, avvenuti a spese della locale
famiglia Porcile, che la volle completamente rinnovare,
riaprendola al culto il 14 novembre 1796. Nello scarno interno
mononave, con terminazione rettilinea del coro, trovano
posto oltre
alle spoglie degli Innocenti, anche quelle dell'Ammiraglio
Vittorio Porcile, di Agostino e del sacerdote Andrea, figli
del Conte Giovanni Porcile,
uno dei carlofortini più illustri di tutti i tempi.
La chiesa venne
invertita nell'orientamento durante l'ultimo restauro, e
sembra fondata l'ipotesi, avanzata in quella circostanza, che
la vuole sorta sul luogo di un precedente tempio pagano.
Nuovamente riparata
nell’anno 1986, oggi è definita «Monumento
nazionale» ed è sotto la tutela della Sovrintendenza alle
Antichità e Belle Arti di Cagliari.
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