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Le
Fortificazioni e il Castello
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Tenendo conto dei desideri della Casa regnante, nei
capitoli delle Infeudazioni, si era stabilito che il paese
dovesse sorgere nella parte collinare da dove era
possibile controllare l’accesso al Canale di San Pietro.
La pianta delle fortificazioni doveva essere molto
semplice: una stella i cui punti estremi erano i
bastioni: San Carlo, munito di quattro cannoni, così
come il San Vittorio, di due cannoni dovevano essere
rispettivamente forniti il De Rivarol, il San Lazzaro e
l’Amedeo.
I lavori iniziarono alacremente, con notevole
spirito di
collaborazione tra i coloni e l’ingegner De La Vallée,
che aveva ricevuto l’incarico per scegliere il sito del
nuovo abitato, di procedere alla costruzione delle baracche
e delle case in muratura e di dirigere i
lavori di
fortificazione. In breve
tempo preparò il progetto del
Forte (Castello), disegnò la fortificazione delle
mura, il piano regolatore dell’abitato, allestì il progetto
per una cisterna pubblica, mostrando ripetutamente zelo e
tenacia nel richiedere mezzi e persone; infatti,
giudicando insufficiente la mano d'opera dei
120 Tabarchini iscritti nel "rollo del 17 aprile 1738",
indicò la necessità di reperire, da Cagliari e Iglesias,
dei validi marinai, forzati e schiavi che facessero da
minatori.
Già nel giugno del 1738
“le
muraglie erano fatte per più del terzo”
per una spesa di
L. 1386,67
cifra nella quale rientrava la costruzione delle baracche
per la truppa e alloggi per gli ufficiali.
Alla fine dell’agosto dello stesso anno era cominciata la
cottura della calce e le fornaci di mattoni e tegole
fornivano materiale per la costruzione delle case.
Momentaneamente erano stati interrotti i lavori di
fortificazione, perché a detta dell’ingegner De La Vallée
“eccettuate le brecce
lasciate per il trasporto del materiale e la porta,
l’abitato si trova in difesa per tutta la sua
circonferenza”.
Nei giorni nostri, l’abitato, dilatatosi via via sempre
più, ha sacrificato alcune zone ed edifici di interesse
storico e della vecchia Cittadella fortificata (come
della successiva Cinta Muraria) rimane ben poco: il
Corpo di Guardia, prima costruzione in muratura, e un
tratto del terrapieno che segue il tracciato
dell’attuale via Marconi, già via Stendardo, così chiamata
perché fino al 1807 vi si issava lo Stendardo Sabaudo,
a significare la sudditanza della colonia al Re.
Il nome Castello, attribuito successivamente alla
costruzione, è forse un poco pretenzioso, data la
sua grandezza; servì anche per le prime
riunioni
comunitative e come alloggio del Duca di San Pietro in
qualche sua breve visita a Carloforte; da qui il nome
errato, che talvolta viene dato a questo edificio, di
Casa del Duca, in seguito trasformato in Carcere
Mandamentale e attualmente destinato ad ospitare un
Museo che narra la storia e le principali attività
economiche di Carloforte.
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