> Gente di Mare > L'economia tabarchina e le Guerre
Mondiali
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Il secondo Conflitto Mondiale
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I
traffici conobbero una florida attività crescente fino a
quando nubi comparvero all’orizzonte allorché arrivarono gli
anni a ridosso della Seconda Guerra Mondiale. Iniziò in quel
periodo la parabola discendente della floridissima economia
carlofortina.
Già nei
primi anni del ventennio fascista il traffico cominciò a
scemare. Con la realizzazione della rete stradale della
Sardegna, infatti, il porto di Cagliari divenne competitivo e
molte società minerarie trovarono una nuova situazione più
agevole e conveniente per il trasporto dei loro prodotti
destinati agli stabilimenti della Penisola.
I
battellieri continuarono imperterriti, anche
durante il
conflitto bellico, il proprio lavoro. Anch’essi dovettero
pagare, spesso con la vita, per il loro coraggio, allorché
vennero sorpresi dai bombardamenti nel pieno delle operazioni
portuali, a Carloforte come a Cagliari, fatte oggetto più
volte di incursioni aeree.
Alla fine
del conflitto, il numero di marinai calò improvvisamente,
soprattutto a causa della cessazione definitiva dei trasporti
del minerale proveniente dai bacini dell’iglesiente,
indirizzati verso il più vicino approdo di Portovesme. Con la
chiusura del mercato minerario venne a cessare lentamente
anche l’attività dell’armamento locale e quindi dei gloriosi
vascelli addetti ai diversi traffici. La loro era diventata
ormai una navigazione antieconomica e anacronistica, superata
dalle esigenze dell’economia moderna che ricorreva sempre più
al natante in ferro, più veloce e più capace.
Il porto
andò di giorno in giorno spopolandosi. Molte imbarcazioni
furono affondate, la proprietà di altre passò di mano, per la
maggior parte acquistate da armatori forestieri. I traffici
commerciali cessarono quasi di esistere a causa dell’avvento
dei servizi di linea che cominciarono a fare la loro comparsa.
La
cantieristica perse importanza. Le uniche commesse
riguardavano piccole imbarcazioni da pesca.
Il resto
è storia dei nostri giorni. Carloforte è adesso una
cittadina
a vocazione prevalentemente turistica. Il porto è spopolato
per gran parte dell’anno; l’unico naviglio ancora presente è
formato da poche unità da pesca.
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