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Lo sviluppo della marineria: il massimo splendore
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Nel decennio
1861/1870 la percentuale di marinai e pescatori, sul totale
delle forze lavorative dell’Isola di San Pietro, era superiore al 42%. In
breve tempo, i lauti profitti ricavabili dall’esercizio delle
attività marinare distolsero i vicini sardi dalle loro
pratiche agro-pastorali e li spronarono a specializzarsi nella
nuova, per loro, attività, e richiamarono altresì un cospicuo
nucleo di marittimi provenienti da Ponza, Ischia, Procida e
Torre del greco. Il gruppo dei Campani era costituito in gran
parte da pescatori, i quali ripresero a San Pietro la pesca
del corallo, parzialmente abbandonata dai Carlofortini.
Fiorirono
una serie di attività legate direttamente o indirettamente
all'economia legata al mare: richiesta di
manodopera "a terra" per le
operazioni di carico nella rada di Carloforte, crescita dei marinai per la
"navigazione da corsa", nascita di cantieri navali per la costruzione e
il rimessaggio degli scafi e, non ultima, la fiorente produzione di
vele disegnate dai locali maestri velai.
Nel
cinquantennio 1871/1920, l’epoca di massimo splendore a
Carloforte, il mare dava lavoro ad oltre la
metà della
popolazione attiva. Durante questo arco di tempo il numero dei
marinai si triplicò: un salto notevole, dovuto sia all’aumento
della produzione mineraria, che restò la principale fonte dei
traffici, sia allo sviluppo del piccolo e medio
cabotaggio.
Come
unanimemente si riconosce sull’Isola di San Pietro, proprio i marinai del
cabotaggio furono i maggiori artefici del fiorire economico di
Carloforte e della prosperità dei suoi commerci. Le
statistiche del Regno d’Italia sulla navigazione dei porti, la
pesca, il personale marittimo e le costruzioni navali per
l’anno 1872 rivelano che il porto di Carloforte era, dopo
quello di Cagliari, il più attivo della Sardegna: 921 approdi
per un totale di 81.802 tonnellate, e 947 partenze per 80.473
tonnellate. A conferma di ciò, nel 1880 una quindicina di battelli e sette grossi
bastimenti, per un totale di circa 1000 tonnellate di portata,
animarono l’economia locale.
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