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Lo sviluppo della marineria: i giacimenti minerari

  

  

Intorno al 1850, le Società minerarie Malfidano, Vieille Montagne e Pertusola diedero inizio allo sfruttamento dei ricchi giacimenti di minerale del Sulcis, galena soprattutto (l’antica “galanza” da cui il nome di “galanzieri”), un minerale ricco di piombo all'epoca usato per le trasmissioni radiofoniche: nuovi orizzonti si presentarono agli occhi degli scaltri Carlofortini.

 

Mancando qualsiasi forma di comunicazione terrestre tra i principali siti minerari ed i centri di utilizzazione delle materie prime, Carloforte divenne punto d’appoggio e porto di imbarco del minerale estratto da undici di quelle miniere.

 

L’economia di Carloforte cominciò a ruotare attorno a quest’asse ed ogni altra attività commerciale ed artigianale ne venne in gran parte condizionata. I più avveduti, fiutando l’evolversi dei tempi, compirono l’agognato salto di qualità divenendo di lì a poco armatori, agenti, spedizionieri.

Sul filone minerario, che divenne in breve tempo il più ricco per l’economia locale e sul quale si gettarono in moltissimi, la varietà di guadagno emerse chiara: per i battellieri, lavoratori che vi masticavano insieme sudore, polvere e speranze, si trattava della sicurezza del domani, benché a scapito della propria salute; per gli agenti ed impresari, incuranti delle condizioni altrui, la corsa al guadagno facile fu più veloce del rimorso per un’evidente sfruttamento di manodopera.

 

Ebbe così inizio il grande slancio che farà di Carloforte, agli inizi del ‘900, il secondo porto della Sardegna per numero di navi e tonnellaggio di merci trasportate.

Il porto della Città nell'isola di San Pietro divenne nell’arco di pochissimi anni il naturale approdo del minerale estratto dalle miniere in prossimità della costa occidentale sarda.

 

Dall’isola madre il minerale veniva caricato sui battelli carolini e depositato nei magazzini di Carloforte, dove giaceva in attesa di essere reimbarcato su navi di grosso tonnellaggio per il trasporto nei centri di lavorazione situati sulla Penisola.

 

L’inizio dell’attività è databile 1851, con il trasbordo dagli approdi di Funtanamare e di Portoscuso dei primi quintali di galena e di cerusite. Seguirono i trasporti dalle miniere di Gennamari (1852), Ingurtosu (1857), Masua e San Giovanni d’Iglesias (1860), Nebida (1864), Acquaresi e Cala Domestica (1865), Malfidano (1866).

 

 

 

 

 

Testi estratti da "GENTE DI MARE - Vicende e personaggi della Marineria dell'Isola di San Pietro" di M. de Francesco e A. Leone

Alcune immagini sono prelevate da "CARLOFORTE, ISOLA DI SAN PIETRO" di Antonio Torchia

 

 

 

 

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