> Gente di Mare > L'economia tabarchina e le Guerre
Mondiali
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Le barche a motore
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All’inizio del secolo scorso, oramai quasi tutti i velieri
erano dotati di propulsore ausiliario. L’avvento del motore e
della macchina creò in questo periodo una nuova categoria di
esperti marinai: i motoristi ed i
macchinisti, appunto. Anche
questi specialisti si distinsero per la grande capacità e
tennero alto il nome della marineria carlofortina al pari dei
loro colleghi di coperta.
Una delle
prime imbarcazioni dotate di motore a scoppio fu, già nel
1905, il rimorchiatore
"Henry" della società Malfidano;
esso veniva utilizzato per trasportare le chiatte in partenza
da Carloforte sino ai luoghi di imbarco del minerale.
L’avvento della motorizzazione si ebbe al termine della Prima
Guerra Mondiale, quando furono recuperati motori a benzina di
vecchie automobili e di carri armati adattati al funzionamento
a gasolio per mezzo di un particolare gasificatore. In realtà
i meccanici motoristi, durante il loro periodo di leva,
avevano seguito corsi di qualificazione presso gli arsenali
militari e, forti di questa esperienza e del titolo
conseguito, valido agli effetti civili, esercitarono la nuova
professione.
Il
costo
elevato del motore impedì dapprima alla gran parte dei piccoli
armatori di usufruire dei vantaggi che il suo acquisto avrebbe
comportato, non ultimi la sicurezza della navigazione e,
aspetto non trascurabile, la possibilità di effettuare più
viaggi.
Lentamente, però, il motore andò ad equipaggiare la
totalità delle barche carlofortine, grazie ai
motori di
derivazione automobilistica che i meccanici-motoristi di
Carloforte adattarono alla navigazione. Fu un grande beneficio
per l’economia di San Pietro poiché si dava ai piccoli armatori la
possibilità di attrezzare le proprie barche con potenti motori
evitando l’acquisto di un propulsore nuovo a quei tempi dal
costo troppo elevato.
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