L'ISOLA

 

 

 

 

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Fisionomia e forme di adattamento

  

 

Il Clima esistente sull’isola, caratterizzato da una temperatura estiva piuttosto elevata, da una forte insolazione e un lungo periodo di siccità, ha selezionato severamente le forme vegetali con adattamenti e livelli di crescita molto particolari.

 

Il carattere più comune a quasi tutte le piante arbustive dell’isola è la sclerofìllia, cioè l’irrobustimento delle foglie che si presentano spesse, di consistenza coriacea, lucide e resistenti. Questo fattore anatomico di particolare importanza consente al pino, lillastro, mirto, lentisco, corbezzolo, ecc. una notevole difesa contro la perdita d’acqua (traspirazione) nei lunghi periodi caldi e ventosi.

Un secondo carattere spesso evidente è la stenofìllia; le foglie, in questo caso, si presentano strette e sottili, per fa sì che la superficie fogliare sia ridotta al minimo e consenta quindi una traspirazione limitatissima, come si può osservare nelle conifere, nell’elicriso, nel rosmarino, nell’erica, ecc.

 

Molte altre piante si sono adattate conservando nella loro struttura una notevole succulenza sia nelle radici che nelle foglie, come la salicornia, che consente alla pianta di conservare una notevole riserva d’acqua. Nelle piante erbacee, il superamento alle condizioni avverse avviene mediante la trasformazione di fusti sotterranei: bulbi e tuberi che consentono alla pianta notevole autonomia metabolica e, superando il periodo caldissimo e asciutto della lunga estate, vegetano e si sviluppano con abbondanti fioriture di colore intenso ai primi mesi di marzo, come le orchidee e di seguito le lillacee.

 

Così come la quantità di pioggia, anche la forza e la direzione del vento influiscono notevolmente sulla morfologia e la biologia della pianta, che, per difendersi dalle violente raffiche dei venti occidentali, adotta accorgimenti nella crescita e nello sviluppo anatomico, assumendo un comportamento prostrato o nano (con ramificazioni abbarbicate sul terreno), o pulvinato (a forma di piramide rovesciata) e quasi sempre con sviluppo notevole dell’apparato radicale.

E’ comunque la forma a pulvino che caratterizza il tipo di adattamento più singolare, specie nelle forme arbustive (lentisco, ginestra,ginepro), formando sul terreno una sorta di cuscino emisferico, che consente alla pianta di superare positivamente i periodi invernali più ventosi e quindi ridurre l’eventuale eccessiva traspirazione, che porterebbe alla pianta una notevole perdita d’acqua.

 

Il portamento prostrato consente inoltre alle foglie una maggiore difesa alla bruciatura, in particolare in quelle specie costiere che subiscono, in aggiunta al pericolo della disidratazione, quello dell’abrasione e del deposito di salsedine che indurisce e sclerotizza la foglia, accelerando l’invecchiamento e il disfacimento della stessa.

 

La fioritura, infine, è concentrata specialmente in primavera, quando la temperatura possiede ancora valori modesti, ed è in questo periodo (Marzo-Maggio) che si assiste ad uno spettacolo cromatico di indubbia bellezza. I fiori assumono quasi tutti una colorazione intensa per attirare gli insetti pronubi (che cioè trasportano il polline) e facilitare l’impollinazione poiché la durata vitale dei fiori, a causa delle condizioni ambientali è assai breve.

 

 

 

 

Pratolina delle scogliere, endemismo esclusivo della provincia di Cagliari
Fiori di Lavanda selvatica
Papavero giallo
Cisto femmina
 

 

 

Testi e alcune immagini estratte da "LA NATURA DELL'ISOLA DI SAN PIETRO - LA FLORA" a cura di L. Pellerano e A.Rivano

 

 

 

 

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