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La Fauna, il Falco della Regina e la Cicindela Safrina
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L’isola
di San Pietro è
un microcosmo da ammirare per la sua autenticità; gli antichi
ne apprezzarono subito la bellezza e l’utilità e la
trasformarono in un punto di sosta per la loro navigazione.
Osservare, più che visitare, questo lembo di Sardegna è
un’esperienza unica. È un piccolo mondo, dove svariate realtà
si sono conservate anche a dispetto della società frenetica e
troppo spesso in evoluzione, e dove spesso è “normale” trovare
una natura incontaminata.
Lungo la
parte orientale, il grande stagno delle saline è il paradiso
per gli uccelli di passo. È qui che sostano i
fenicotteri
dalle piume rosate, la candide garzette,
l’avocetta dal
becco ricurvo, il maestoso airone cinerino, gli
eleganti cavalieri d'Italia e moltissime altre specie
di uccelli. Un patrimonio naturale che andrebbe salvaguardato
con opportune scelte, mirate al mantenimento e alla
valorizzazione di questa importante zona umida.
Che dire poi
del
raro gabbiano corso
le cui abitudini alimentari lo legano al ristretto ambiente
costiero dove ricerca acque pulite cercando pesce fresco,
ovvero pesci vivi, che cattura con particolare
destrezza; questo suo stile di comportamento purtroppo lo ha
reso vulnerabile perché il mare, nella zona costiera, è sempre
più povero di pesce, sempre più sporco, sempre più rumoroso. A
causa di questi fattori è attualmente il gabbiano più
minacciato di estinzione in Europa, tanto da essere
incluso nella lista rossa dell'Unione
Internazionale per la Conservazione della natura.
Abita gli
isolotti e le scogliere a falesia, depone due o tre uova per
volta tra le rocce e i cespugli nel periodo tra la fine di
Aprile e Giugno. I piccoli vengono sollecitati dai genitori ad
abbandonare il nido per avvicinarsi al mare dove vengono
nutriti e avviati alla pratica del volo.
Dalla parte
opposta dell’isola di San Pietro è bello osservare il volo del
Falco della Regina
, un piccolo rapace
endemico
dell’area
mediterranea, che giunge dalle Seychelles, dalle isole
Mauritius, dalle lontane coste dell’Africa
orientale e del Madagascar (dopo una trasvolata di 4000 km) nei mesi di aprile e maggio per
accoppiarsi, deporre e covare le uova, accudire alla crescita
dei piccoli, prepararli ed addestrarli per il viaggio di
ritorno nelle terre di origine alla fine dell’estate. I luoghi
preferiti per l’accoppiamento e la cova sono le
ripide falesie
delle piccole isole mediterranee. La migrazione di questo
strano rapace è legata alle sue abitudini alimentari: in
Africa si nutre di soli insetti, poi, nel momento che precede
l’accoppiamento, i falchi si riuniscono e si preparano al
grande viaggio che porterà questi gruppi di rapaci a
colonizzare temporaneamente i loro habitat riproduttivi del
Mediterraneo. In questi luoghi, pareti costiere a picco sul
mare, iniziano i rituali di corteggiamento e la seconda fase
alimentare a base di piccoli passeriformi. In questo modi i
genitori assicurano ai piccoli pulli che nasceranno
un’alimentazione ricca di grassi e di proteine che permette
una crescita rapida e vigorosa e prepara i nuovi nati della
colonia ad affrontare il lungo viaggio di ritorno.
Agli inizi
del mese di giugno, e per tutto luglio, hanno inizio i voli
nuziali e gli accoppiamenti, poi la deposizione delle uova (da
due a quattro, eccezionalmente cinque per nido); dopo un
periodo di incubazione di circa trenta giorni
avviene la
schiusa. Da settembre a ottobre l’apprendimento del volo e
quindi l’inizio dell’esodo verso le terre d’origine africane.
Il falco
della Regina è di piccole dimensioni, pesa non più di mezzo
chilogrammo, ha una lunghezza di circa quaranta centimetri,
una coda lunga e le ali affusolate alle estremità, con
un’apertura alare che varia da 100 a 130 centimetri. Una delle
caratteristiche dell’adulto è la
doppia colorazione: una fase
chiara, quella maggiormente comune, con presenza di un
piumaggio più chiaro sulla testa e sulla coda, talvolta sulle
ali copritrici; una fase scura in cui la parte superiore del
corpo è di colore grigio ardesia privo di sfumature, la testa
completamente nera. Alla fine della primavera e durante tutta
l’estate, lungo il tratto occidentale dell’isola di San
Pietro, si possono vedere ed apprezzare le straordinarie
evoluzioni di questi eleganti rapaci che si dedicano alla
caccia e all’addestramento della prole.
Un incontro
assai raro lo si può avere con la
Cicindela Safrina,
un coleottero la cui lunghezza non supera i due centimetri,
noto per la sua destrezza nella caccia, tanto da essere
soprannominato dagli studiosi inglesi “coleottero tigre”. Non
è facile individuare questi insetti che lungo i sentieri
battuti dal sole o sugli aridi terreni sabbiosi si muovono con
velocità e spiccano continuamente rapidi voli. La loro
attività di instancabili e accaniti predatori aumenta nelle
giornate calde e assolate e si spegne quando il calore e la
luce del sole si affievoliscono; allora cercano riparo
all’interno di piccoli fori che scavano nel terreno per
passare in riposo le ore notturne. Le robuste mandibole
dentate sono utilizzate come cesoie per afferrare e uccidere
la preda e come zappa per scavare le buche, dove si rifugiano
e attendono vigili la malcapitata preda, che divorano in breve
tempo. Dopo la calda estate, il rifugio scavato serve per
deporre le uova che si schiuderanno nella primavera seguente.
Assieme agli adulti che hanno svernato nel rifugio, i neonati
coleotteri compariranno rapidi sui terreni aridi e soleggiati
per aprire la nuova stagione di caccia e d’amore. Tra le tante
specie di cicindele, la nostra isola ospita una varietà il cui
colore zaffiro splendente punteggiato di macchioline d’avorio
sostituisce quello verde dei più comuni tipi campestri.
La caccia
di questo raro e straordinario insetto è stata notevole e la
colonizzazione e l’urbanizzazione dei terreni da parte
dell’uomo hanno decisamente minacciato il suo habitat, tanto
da rendere quasi introvabile questo piccolo gioiello della
fauna mediterranea.
Il rilievo
dell’isola di San Pietro ha caratterizzato lo sviluppo della sua fauna:
nelle alte falesie della zona nord-occidentale, oltre i già
citati falco della Regina e gabbiano corso, è frequente
avvistare il Gheppio (farchettu)
e il Cormorano dal ciuffo (agùn);
nelle zone boschive e pinete è abituale imbattersi nella
Beccaccia (beccassa)
e nella pernicie sarda (pernice). Non mancano
esempi di piccoli invertebrati: lo
scarabeo rinoceronte, la
farfalla Macaone e la già nominata Cicindela Safrina
(cicindela campestris saphrina).
Nell’isola,
infine, vivono, tra le diverse specie: il
coniglio selvatico (cuniggiu)
e qualche rettile: la biscia
, la lucertola sarda (grigia), il
gongilo (agö) e qualche anfibio come la
raganella (renetta).
Falco della Regina
Gheppio (farchettu)
Beccaccia (beccassa)
Biscia
Cicindela Safrina detta "Coleottero tigre"
Gabbiano corso (oca)
Coniglio selvatico (cuniggiu)
Garzetta
Cormorano dal ciuffo (agùn)
Airone cinerino
Avocetta
Farfalla Macaone
Fenicottero rosa
Cavaliere d'Italia
Pulli del Falco della Regina
Gongilo (agö)
Lucertola sarda (grigua)
Pernice sarda (pernije)
Raganella (renetta)
Scarabeo rinoceronte
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