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Celebrazioni religiose
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La festa di
San Pietro Apostolo
La ricorrenza di San Pietro,
patrono dell’isola, cade il
29
giugno. Segna per la comunità locale un momento di sentita
partecipazione collettiva, che non si esplica in una sola
giornata di festeggiamenti, bensì in una serie di giornate che
trova il suo culmine appunto il 29 di giugno. Sono
infatti promosse per l’occasione numerose manifestazioni sacre
e profane.
Chi
si trovasse in quei giorni in città, non può assolutamente
perdersi la
scenografica processione di San Pietro:
la statua del Santo è condotta, in un corteo trionfante, per
le strade della città, sino al mare; qui, accolta su una
imbarcazione, viene posta su un grosso vascello della tonnara.
Inizia così la processione a mare:
la barca del Santo, trasportata dalla vigoria dei
tonnarotti e seguita da numerosissimi altri natanti,
compie il perimetro del porto, mentre, sui
moli e sul lungomare,
la gente prega e, nella rada, le navi onorano il Patrono con
i fragorosi fischi delle loro sirene. A sera inoltrata la
festa si conclude con i variopinti colori dei fuochi
pirotecnici.
Da alcuni anni partecipa anche un
gruppo di
pegliesi che arricchisce il corteo con le sue croci. La
festa di San Pietro ha luogo in un momento molto particolare
dell’anno,
cioè quando vengono raccolti
i frutti della mattanza del tonno: un tempo questo periodo
significava una certa ricchezza per la locale comunità.
Se un tempo avevano luogo anche altre occasioni di
aggregazione annesse a questa ricorrenza, quali gare di
canotti, corse nei sacchi, ecc, vi è oggi un tentativo di
recuperare tutte queste iniziative, con l'aggiunta anche di
manifestazioni sportive.
La Madonna dello Schiavo
Se a Napoli c’è Santa Lucia, a Carloforte
abbiamo la Madonna dello Schiavo.
Durante la prigionia africana della sua
comunità, il
15 novembre del 1800, un tabarchino,
il quindicenne Carlo
Moretto, incorse in fatto stupefacente: sulla spiaggia di Benj
Knyar in cui
si trovava, proprio sulla battigia, giaceva, lambita ancora in
parte dalle acque, la
colorata polena di una nave,
fatta di legno di tiglio massiccio, raffigurante una madonnina nera.
Raccolta e gelosamente tenuta
al riparo dagli occhi dei mori, la piccola scultura lignea
divenne un oggetto di devoto culto che, ben presto, assurse,
per gli schiavi carlofortini in terra di Tunisia, a
simbolo
della speranza di libertà. Quando finalmente, nel 1803,
riguadagnarono la loro libertà, dopo ben 5 anni di prigionia,
portarono con loro la madonnina.
Ogni anno, all’anniversario del suo
ritrovamento, la Madonna dello Schiavo, alla quale sono stati
attribuiti
miracoli
e fatti inspiegabili, viene condotta
in
processione per le vie del paese, accompagnata dal suono
della banda musicale. È probabilmente la
ricorrenza più sentita sull’isola e si dice che ogni carlofortino,
credente o no, in qualsiasi parte del mondo si trovi, in
quel giorno, un pensiero alla sua madonnina lo fa sempre.
La Processione del Venerdì Santo
In questa
celebrazione di carattere religioso, la Vergine Addolorata
incontra Gesù morto. In tutte le vie del paese, dove sfila
questa toccante processione, i balconi sono rivestiti dalle
più belle lenzuola bianche con grossi nastri neri in segno di
lutto.
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