Il piccolo traghetto va e viene,
con quel rumore di vecchi ingranaggi e l'odore della salsedine incorporato
nel legno dei passamano.
Venti minuti di navigazione non giustificano lusso
e comodità, così c'e' il tanto che basta a ripararsi dalle ventate gelide
dell'inverno e dagli spruzzi.
Carloforte appare subito a prora: si
riconosce la sagoma inconfondibile dei suoi palazzotti ottocenteschi, sul
porto, sul
lungomare dei Battellieri e sul
lungomare Cavour.
Ai moli altri
traghetti e pescherecci rugginosi, grandi barche a motore con le reti ancora
ammucchiate fra gli attrezzi del lavoro e i salvagente ingialliti al sole.
Mentre la piccola nave attracca,
eseguendo per la millesima volta la stessa manovra, tra lanci di gomene e
movimenti automatici, si diffonde l'odore pungente che si sente solo in
porti come questo.
Un odore di pesce, di alghe e d'acqua salata.
Ed e' una gioia lasciarsi
alle spalle l'aria terribile della città per godere questa dimensione
diversa anche in Sardegna.
Perché
Carloforte e
l'isola di San Pietro sono terra di vacanze, ma sono anche luogo di lotte
storiche tra l'uomo e il mare, dove il mare e' insieme amico e avversario
difficile da domare.
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